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Akrai fu, secondo Tucidide, la più antica delle subcolonie di Siracusa, fondata nel 664 a.C., sull’altipiano tra le due valli del Tellaro e dell’Anapo, a controllo dell’entroterra.

 

Il primo ad identificare Akrai con il sito posto ad ovest di Palazzolo Acreide, fu lo storico e teologo Tommaso Fazello nel XVI secolo, ma è solo con il barone Judica nel secolo XIX che comincia la vera e propria ricerca archeologica. L’area pubblica, disposta lungo il versante del colle che sovrasta la città moderna, è dominata dalla presenza del teatro, del bouleterion, risalenti al III sec. a.C. e di un probabile edificio termale con sala centrale a pianta circolare, di età tardo-ellenistica. Sull’acropoli, rimangono le fondazioni di un tempio arcaico della seconda metà del VI sec. a.C., identificato con il tempio di Afrodite, menzionato in una iscrizione. Un asse viario con orientamento E-W, intercalato da una rete di strade secondarie disposte a pettine, collegava le due porte della città.

 

In età paleocristiana, un complesso di catacombe e ipogei funerari si aprì sulle pareti di alcune grandi latomie di età classica: Intagliata e Intagliatella, creando una suggestiva scenografia. Lungo il versante meridionale del Colle Orbo, si trovano i cd. “Santoni”, un santuario del III sec. a.C. dedicato al culto della dea Cibele, caratterizzato dalla presenza di grandi sculture rupestri raffiguranti la dea seduta in trono entro un’edicola.
Sempre di età ellenistica è il vicino santuario detto dei Templi Ferali, dedicato al culto dei morti venerati come Eroi. Originariamente cava di pietra, presenta le pareti interamente rivestite, nella parte inferiore, di incavi votivi.

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