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La Grotta Monello si trova al limite occidentale del territorio di Siracusa, in contrada Perciata, nel settore orientale dell’altopiano ibleo. La sua genesi è legata alle diverse fasi del processo di dissoluzione carsica dovuto alle acque meteoriche che si infiltrano nel sottosuolo costituito dalle calcareniti della Formazione dei Monti Climiti. La Riserva Naturale Integrale Grotta Monello, con un’estensione totale di circa 60 ettari, è stata istituita con Decreto n. 615 del 04/11/98 dell’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, tutela un ipogeo ornato speleotemi di particolare bellezza.

La Grotta, disposta su più livelli, ha uno sviluppo complessivo di circa 540 m ed è di particolare importanza per le sue strutture di concrezionamento che si rinvengono nelle diverse sale: stalattiti a punta, a mammella, a tronco d’albero, ramificate, cortiniche, eccentriche; cannule; vele e cortine; meduse; concrezioni da splash; colate concrezionali sulle pareti e sui pavimenti; stalagmiti a candelabro, a cupole sovrapposte, a pila di piatti rovesciati, a grandi foglie, a cavolfiore, a cascata; colonne; vaschette.

La Grotta Monello ospita tra fauna ipogea invertebrati tra i quali spicca l’isopode Armadillidium lagrecai Vandel, comunemente conosciuto come Porcellino di Sant’Antonio, la cui presenza è stata il principale motivo per l’istituzione della Riserva Naturale; tra i vertebrati è possibile incontrare il chirottero Rhinolophus ferrumequinum ferrumequinum Schreber.

L’epigeo della Riserva Naturale è caratterizzato dal tipico paesaggio dell’altopiano ibleo, dove estese aree pianeggianti sono incise da profonde forre, come il Vallone Moscasanti che limita a NO la Riserva, in cui continuano a mantenersi lembi di vegetazione forestale a macchia ad euphorbia e lecceta. Le aree pianeggianti sono caratterizzate da colture a olivo, mandorlo e carrubo. Nei pressi della grotta si rinviene la rarissima ortica, l’Urtica rupestris, specie endemica esclusiva degli Iblei.

La Grotta Monello, ubicata in C.da Grotta Perciata al limite del territorio comunale di Siracusa, fu scoperta nell’agosto del 1948 ed è stata dichiarata Riserva Naturale Integrale il 04 novembre del 1998.

Con quasi 60 ettari di estensione, l’epigeo della Riserva si presenta al visitatore come un’autentica cornucopia della biodiversità e del paesaggio naturale siciliano.

Valli fluviali ripide e misteriose dai versanti talora scoscesi e inviolabili, chiamate localmente “cave”, si alternano a pianori sassosi e soleggiati, con lembi di colture relitte a ulivo e carrubbo, dove abbondano interessanti forme carsiche quali vaschette di corrosione, scannellature e solchi carsici.

Ampie zone coltivate a pascolo rappresentano l’habitat ideale per numerosissime specie di invertebrati, mentre anguste cavità e piccole anfratti nascosti dalle euforbie e dai lentischi abbarbicati, offrono sicuro riparo a istrici, volpi e rapaci notturni.

Nel suo complesso, come un grande laboratorio naturalistico all’aperto, il paesaggio della Riserva offre al visitatore la possibilità di osservare, in un’area relativamente ridotta, la grande varietà paesaggistica che fa dei monti Iblei uno degli ambienti più suggestivi di tutto il Mediterraneo.

Stupendo esempio di cavità e di strutture carsiche, la Grotta Monello fu casualmente scoperta per il crollo del terreno che ne ostruiva l’apertura a pozzo, larga oltre 2 metri e profonda circa 7 metri.

L’ipogeo è impostato nelle calcareniti della formazione dei Monti Climiti, con l’asse principale lungo una struttura tettonica di direzione EN-WSW e i rami laterali lungo sistemi di faglie con direzione NNW-SSE.

La Grotta, con uno sviluppo complessivo di 540 metri circa, è importantissima per le sue strutture di concrezionamento; infatti presenta una serie di sale con speleotemi

Spettacolari per bellezza, ricchezza e magnificenza, consistenti in stalattiti (a punta, a mammella, a tronco d’albero, ramificate, cortiniche), cannule, eccentrici, (“peli” e “spine” sul fusto delle stalattiti), vele e cortine, meduse, concrezioni da “splash” , “latte di monte”, colate concrezionali sulle pareti e sui pavimenti, stalagmiti ( a candelabro, a cupole sovrapposte, a pila di piatti rovesciati, a grandi foglie, a cavolfiore, a cascata), colonne e vaschette con cordonature disposte a gradinata.

All’interno della cavità si hanno temperature variabili dai 10° C in gennaio a 16° C in luglio nella parte prossima all’ingresso, e da 17,7° C a 20,3° C nella grande sala terminale; l’umidità relativa varia fra l’87 e il 98%.

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