Uno dei più interessanti ed ammirati prospetti dell’architettura canicattinese, opera del capo mastro Sebastiano Bonaiuto, senior, (Pirruotto). Nella parte inferiore a bugnato orizzontale, si apre il portoncino d’ingresso con arco a tutto sesto, impostato su capitelli di due colonnine, con chiave a volto di donna e rosta con un ricamo in ferro battuto; sopra un leone alato funge da mensola centrale al balcone. Il tutto è incassato fra due lesene, leggermente prospettanti, a bugnato ruvido, desinenti nelle due coppie di mensole laterali del balcone che si raccordano a quella centrale con un’esuberante decorazione a foglie; tali mensole, poggiate in basso, su teste leonine, si presentano minuziosamente abbellite da fogliame, dentellature e conchiglie. Sono presenti, disposte simmetricamente al portoncino, due finestre ad arco ribassato, impreziosito da una delicata teoria di foglie d’alloro con la chiave a foglie d’acanto ricurva verso l’alto, sulla mensola centrale del balcone; le cornici laterali esterne alle finestre, terminano anch’esse, con la foglia d’acanto in sinergia ai motivi floreali delle mensole laterali soprastanti. Il piano nobile è scompartito da quattro paraste, scanalate e coronate da capitelli compositi, in tre spazi occupati da porte-fineste che si aprono con due archi trilobati, terminanti al centro e ai lati con ciondoli a fiore e con sopra, una lunetta decorata da una grande conchiglia e da intrecci di foglie stilizzate; l’arco è sotteso a diverse cornici ribassate, a fasce, di cui l’esterna, fortemente aggettante, è collegata a colonnine sorrette da teste femminili, inserite nelle cornici laterali. Le porte-finestre si aprono su tre balconi; quello centrale, più interessante, presenta un’elegante balaustra con pilastrini movimentati da collarini e con ai lati, due preziosi bassorilievi con profilo di donna, belli ed eleganti, da richiamare la fattura di un cammeo. Chiude in alto un grosso cornicione su eleganti mensole binate, scanalate e intervallate da grandi rosoni e un parapetto, scandito da basse lesene con terminali a conchiglia, ornate da candelabri. La raffinatezza, il ricco repertorio e l’eclettismo stilistico delle decorazioni sono la dimostrazione del talento, dell’abilità, dell’estro e della padronanza con cui le maestranze locali lavoravano la pietra da taglio.
Foto di: Giorgia Vilardo